Marte: radiazioni troppo forti per gli astronauti, il viaggio è un’incognita

Marte: radiazioni troppo forti per gli astronauti, il viaggio è un'incognitaSe non si trova il modo di proteggere gli astronauti dalla radiazioni cosmiche, il viaggio su Marte sarà praticamente impossibile.

La questione era nota genericamente, ma ora il rover Curiosity della Nasa, sbarcato su Marte nell’agosto scorso, ha fornito per la prima volta un dato preciso con cui fare i conti.

Lo strumento Rad (Radiation Assessment Detector) installato a bordo ha rilevato durante il suo viaggio di otto mesi la pioggia invisibile di energia arrivata e penetrata all’interno del veicolo spaziale, se all’interno ci fossero stati degli uomini la loro salute sarebbe stata in grave pericolo.

COME UNA TAC TOTAL BODY OGNI 5 GIORNI

Lo strumento, infatti, ha misurato una dose di radiazione giornaliera di 1,8 milliSievert “equivalente in termini di accumulo”, spiega Cary Zeitlin, del Southwest Research Institute alla guida della ricerca, “alla dose ricevuta da un paziente che ogni 5-6 giorni si sottoponesse a una tomografia X su tutto il corpo”.

La quantità di un Sievert accumulata nel tempo aumenta del 5 per cento il rischio di sviluppare un cancro fatale, la Nasa ha stabilito come limite accettabile una soglia di rischio del 3 per cento per gli abitanti della stazione spaziale.

RADIAZIONI COSMICHE

Ma nelle vicinanze della Terra la situazione è diversa e ben meno pericolosa perché siamo protetti dalla fasce di vanMarte: radiazioni troppo forti per gli astronauti, il viaggio è un'incognita Allen (scoperte dal primo satellite americano Explorer-1) generate dal campo magnetico terrestre e che intrappolano le radiazioni che arrivano dallo spazio.

Queste sono di due tipi, le più temibili sono quelle di origine cosmica prodotte da eventi come lo scoppio di una supernova, queste, essendo più energetiche, sono più penetranti e nell’attraversare le pareti dell’astronave possono produrre altre particelle altrettanto dannose.

Il secondo tipo è sparato dal Sole, però la sua pericolosità non solo è inferiore, ma è anche legata ai momento in cui sull’astro avvengono eruzioni in grado di convogliare fiumi di particelle (protoni soprattutto) la Terra, nella dose calcolata da Curiosity solo il 3 per cento derivava dal Sole.

RILEVAMENTO

Il rilevamento compiuto è importante perché consente di studiare con precisione il problema cercando la via migliore per costruire astronavi in grado di schermare l’ambiente interno dall’insidiosa minaccia.

In passato si erano ipotizzate varie soluzioni (dalla generazione di campi magnetici a doppie pareti contenenti acqua), ma mancava il dato di base su cui progettare qualcosa di efficace, risolvere la questione non sarà facile, ma se si vuole sbarcare sul Pianeta rosso non ci sarà altra via.

Intanto il Rad di Curiosity continua il suo lavoro misurando le radiazioni alla superficie marziana e questo completerà l’indagine perché, una volta arrivati, i futuri astronauti dovranno soggiornare e quindi costruire abitacoli a prova di radiazioni sarà altrettanto necessario.

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