NIbiru desertificò Marte in uno dei suoi passaggi

Millenni fa Marte era un lussureggiante pianeta con enormi bacini di acqua, vasti oceani, fiumi e laghi del tutto simili a quelli terrestri. Di colpo tutto questo svanì, evaporò e il rosso pianeta divenne lo sterile deserto che conosciamo ora.

Il compianto astronomo serbo Milorad Protic scomparso nel 2001 sostenne nei suoi appunti che la causa di tutto questo fu una nana bruna che intersecando l’orbita di Marte lo destabilizzo a tal punto da farne evaporare l’atmosfera.

Protic ebbe una carriera piena di successi, fu tre volte direttore dell’osservatorio serbo, scopri sette planetoidi/asteroidi dal 1936 al 1952 e tracciò l’orbita della cometa C/1947 Y1. Nella sua vita non parlo mai del sistema Nibiru per evitare che i colleghi lo ostracizzassero. Nel 2012 dopo 11 anni dalla sua morte l’Unione Astronomica Internazionale chiese ai suoi eredi di rilasciare un compendio degli studi mai pubblicati dal ricercatore.

La figlia del professore si oppose alla divulgazione portando la richiesta in tribunale, le ricerche del padre erano private, una sorta di diario che pertanto non dovevano divenire (per rispetto alla sua memoria) di pubblico dominio. La corte le diede ragione e gli scritti non vennero resi pubblici.

Secondo i teorici del complotto le motivazioni dietro a questo diniego furono altre: il dr Protic non era un astronomo ordinario, era una delle più brillanti menti del mondo accademico. La sua famiglia e chi li consigliò ebbero paura che le sue asserzioni avrebbero scosso la società dalle fondamenta. La sua famiglia riceve ancora delle royalties e se il suo buon nome venisse infangato annullerebbe tutto quello che di buono lo scienziato ha fatto in vita.

Secondo Protic l’ultima interazione tra Nibiru e il Sistema Solare avvenne nel 1.580 prima di Cristo. A quel tempo Marte era lussureggiante e pieno di vita, con un ecosistema ricco e variegato. Finchè l’incontro con la Nana Bruna non sterminò la vita e trasformò quel fertile mondo nella fredda e sterile landa che conosciamo oggi.

Nel 1580 a.C l’orbita di Nemesis passò a soli 400.000 chilometri da Marte. La Nana Bruna quattro volte la dimensione della Terra e dodici volte la sua massa generò straordinarie distorsioni elettromagnetiche e gravitazionali all’orbita del pianeta rosso. La vicinanza tra i due corpi celesti generò un effetto a catena: la pressione gravitazionale di Nibiru generò una energia tale che incenerì l’atmosfera del pianeta, filamenti di plasma ionizzato bollirono letteralmente Marte facendo evaporare qualunque fonte d’acqua. La quantità di energia che colpi il quarto pianeta del Sistema Solare fu dieci volte più imponente che qualsiasi espulsione coronale del Sole commentò il famoso astronomo.

Quello che accadde su Marte potrebbe, ricorda Protic, capitare al nostro pianeta.

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