Nuova eruzione solare, ne risentono i satelliti

Nuova eruzione solare, ne risentono i satellitiIl Sole si è risvegliato, dopo una settimana di quiete, la nostra stella ha dato chiari segni di essere tornata pimpante e lo scorso 17 settembre sono state individuate cinque nuove macchie solari. Nel frattempo sulla sua superficie si sono verificate una serie di espulsioni di massa coronale (CME) registrate dal Solar and Heliospheric Observatory.

Per fortuna, la Terra non si trovava lungo questa linea di fuoco, ma le eruzioni si sono verificate verso un’altra direzione, tuttavia, una potrebbe aver sfiorato il campo magnetico del nostro pianeta.

Tra le più attive macchie solari vi è AR1486, che ha prodotto brillamenti solari di classe C, il Nasa Solar Dynamics Observatory ha registrato questo bagliore di classe C3 proprio ieri.

Finora, quelle provenienti da AR1846 erano esplosioni relativamente piccole ma questa regione, particolarmente attiva, potrebbe essere in grado di produrre fenomeni ben più potenti che non è facile poterli prevedere.

Nulla di inatteso, anzi, il 2013 sarà sicuramente l’anno in cui il ciclo solare, che dura 11 anni, raggiungerà il proprio picco regalando eruzioni solari ed espulsioni di particelle, in alcuni casi, queste ultime vengono scaraventate in direzione della Terra, ed entrando a contatto con la nostra atmosfera creano le spettacolari aurore polari.

Nuova eruzione solare, ne risentono i satelliti

Ma capita anche che esse interferiscano con i satelliti in orbita e gli effetti sono spesso molto evidenti, un recente studio svolto al MIT ha calcolato che le eruzioni solari possono essere colpevoli dei recenti fallimenti dei satelliti, di conseguenza, i numerosi disservizi riguardanti TV satellitari, Internet e GPS potrebbero essere provocati dal Sole, nonostante i 150 mila km di distanza.

Per capire meglio questi disturbi, il team di ricercatori del MIT ha studiato le condizioni meteo spaziali durante 26 erroriNuova eruzione solare, ne risentono i satelliti in otto satelliti geostazionari gestiti dalla società Inmarsat con sede a Londra. I satelliti geostazionari orbitano alla stessa velocità della rotazione della Terra, per questo si trovano sempre nella stessa posizione rispetto al pianeta.

È emerso così che la maggior parte dei disservizi, dal 1996 al 2012, ha avuto luogo nei momenti di maggiore attività degli elettroni ad alta energia durante il ciclo solare, non solo nei momenti di massima attività ma anche durante le fasi di minimo solare, anche se con una frequenza ridotta.

I ricercatori pensano che queste particelle cariche possono essersi accumulate nel tempo sui satelliti, nonostante la schermatura protettiva, e l’accumulo probabilmente ha causato dei danni ai satelliti.

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