Secondo uno storico australiano i Crop Circle sono un fatto reale

Secondo uno storico australiano i Crop Circle sono un fatto realeI cerchi nel grano non sono una mistificazione, una truffa, uno scherzo, ma un fatto reale e a sostenerlo è uno storico australiano, che ha esaminato una serie di foto d’epoca inglesi, risalenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nelle quali si vedono insoliti disegni nei campi coltivati molto simili a quelli poi diventati noti come“Crop Circle”.

Complicati ricami, intrecci geometrici, raffigurazioni astronomiche: sono mille le varianti apparse negli ultimi decenni, impresse tra le spighe soprattutto delle campagne britanniche, dove il fenomeno è nato per poi diffondersi in tutto il mondo, un mistero da molti attribuito all’azione di entità o forze aliene.

Almeno fino a quando non si sono fatti avanti Dave Chorley e Doug Bower, i due nel 1991 confessarono di essere gli autori dei cerchi nel grano comparsi nel sud della Gran Bretagna a partire dal 1978, con corde, assi di legno e bastoni mostrarono pubblicamente quant’era facile realizzarli, da allora è stato gioco facile per gli scettici archiviare tutti gli esemplari spuntati qua e là come falsificazioni.

Ma Greg Jefferys, al contrario, crede di poter provare che i crop circle esistevano molti anni prima che i due burloni si mettessero all’opera, lo storico, laureato in archeologia, si è appassionato dell’argomento dopo aver letto un articolo relativo a questi insoliti disegni pubblicato dalla rivista scientifica Nature nel 1880 ed ora intende addirittura promuovere un dottorato di ricerca presso l’Università della Tasmania.

Jefferys ha dunque studiato le immagini aeree scattate nel 1945 dalla Raf, a guerra appena conclusa, e visibili su Google Earth: in questo modo ha analizzato il 35 per cento del territorio britannico com’era circa 70 anni fa disponibile online, ed ha scoperto molti, strani disegni nella campagne inglesi: in totale, ben 64, ma considerando tutti i possibili difetti della pellicola, dovuti a cause meccaniche o chimiche,  alla fine ne ha salvati 13.

Secondo uno storico australiano i Crop Circle sono un fatto reale

“Utilizzando queste immagini aeree di Google Earth 1945, emerge che il numero dei cerchi del grano risulta relativamente costante negli ultimi 70 anni e che questi disegni non possono essere spiegati con la teoria della burla.

E se non ha valore la rivendicazione dei mistificatori, allora i crop circle restano un fenomeno inspiegato che merita un’approfondita indagine da parte di istituzioni accademiche o da altre organizzazioni di ricerca“, scrive lo studioso australiano.

Secondo uno storico australiano i Crop Circle sono un fatto reale

Facendo le proporzioni, secondo Jefferys quell’estate dovrebbero essere apparsi sul territorio britannico circa 100 cerchi nel grano, “E questo dato, combinato con un significativo corpus di documenti storici che comprovano l’esistenza anche nei secoli scorsi dei crop circle, smentisce le affermazioni fatte da coloro che rivendicano di esserne i creatori”, aggiunge lo storico, che si pone così la fatidica domanda: ”Ma se non sono stati loro, allora chi o cosa è responsabile della formazione dei cerchi del grano?”

Greg Jefferys ha già una possibile risposta e cioè: “Ci sono molti elementi che suggeriscono il coinvolgimento di una rara forma di energia elettromagnetica chiamata vortice di plasma ionizzato, noto anche come fulmine globulare, si tratta di uno dei fenomeni meno conosciuti della fisica e ancora non è chiaro come si producano queste sfere di pura energia, in grado di attraversare finestre e muri o di fluttuare a mezz’aria”.

“In base ai miei studi, sospetto che le forze coinvolte nella creazione dei crop circle rappresentino un nuovo campo della scienza, potenzialmente straordinario, insomma una nuova frontiera che potrebbe portarci a scoperte fondamentali o a tecnologie sconosciute”, afferma il ricercatore.

E conclude:”Se la comunità scientifica non fosse così timorosa e così tradizionalista nella sua visione dell’Universo, non se ne starebbe con le mani in mano fingendo che questi fenomeni non esistono, ma intraprenderebbe uno studio approfondito per cercare una spiegazione.”

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