Le nuove miniere si trovano nello Spazio e sono gli asteroidi

Le nuove miniere si trovano nello Spazio e sono gli asteroidiSpinto dalle nuove tecnologie spaziali, da una sempre crescente flotta di razzi commerciali e da grandi prospettive di guadagno, un gruppo di imprenditori ha annunciato di avere in programma nei prossimi decenni l’estrazione mineraria di migliaia di asteroidi vicini alla Terra.

La nuova società, chiamata Deep Space Industries (DSI), non è la prima ad avere un’idea del genere, e non è neanche quella con maggiori risorse economiche, ma grazie alla sua ambizione di vincere la corsa all’estrazione di materie prime spaziali, la DSI punta con determinazione a quella che Mark Sonter, membro del consiglio di amministrazione, chiama “La più grande opportunità per le risorse del XXI secolo”.

La prospenzione (ovvero l’insieme delle indagini che vengono condotte sul terreno per valutare la presenza di giacimenti minerari) inizierà entro il 2015, grazie ai nano satelliti sonda CubeSat, delle dimensioni di un computer portatile, inoltre la società ha in programma di portare sulla terra campioni di asteroidi non molto tempo dopo.

“Utilizzando tecnologie a basso costo e combinando l’eredità del programma spaziale statunitense con l’innovazione dell’alta tecnologia, faremo cose che solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile fare”, ha detto Rick Tumlinson, presidente della DSI, tra i pionieri del commercio spaziale. “Parliamo di un mare di risorse talmente grande che è impossibile da descrivere”, ha detto Tumlinson.

Le nuove miniere si trovano nello Spazio e sono gli asteroidi

Ci sono circa 9.000 asteroidi relativamente vicini alla Terra che attraggono gli imprenditori per il valore economico delle loro risorse, elementi come oro e platino si possono trovare su alcuni asteroidi, ma al centro di una eventuale “economia” spaziale ci saranno probabilmente acqua, silicio, nichel e ferro.

Secondo Sonter, che è anche consulente minerario della società, ci sono tra i 700 e gli 800 asteroidi che sono ancora più facili da raggiungere della Luna.

La prima flotta di navicelle della DSI si chiamerà FireFlies, un riferimento alla popolare serie televisiva con lo stesso nome, le FireFlies faranno l’austostop su razzi che solitamente trasportano satelliti di comunicazione e strumenti scientifici, ma saranno dotate anche di un proprio sistema di propulsione.

La flotta successiva, che andrà a scavare il terreno, sarà composta da navicelle più grandi, già battezzate DragonFlies, sembra fantascienza, ma David Gump, amministratore delegato del gruppo, ha detto che, data la velocità dell’evoluzione tecnologica, l’economia spaziale potrà presto diventare realtà.

Le nuove miniere si trovano nello Spazio e sono gli asteroidi

L’aspetto più costoso e più critico dei viaggi nello spazio è spingersi oltre l’atmosfera terrestre, circa il 90 per cento del peso sollevato da un razzo che trasporta una capsula su Marte è dovuto al carburante.

Nel corso della conferenza stampa presso il Santa Mornica Museum of Flying, in California, Gump ha detto che l’esplorazione di Marte sarebbe molto più economia, e più efficiente, se una parte del combustibile potesse essere raccolto durante il percorso.

Anche se c’è poca concorrenza in questo particolare settore minerario, la DSI ha diversi grandi ostacoli davanti a sé.

La prima azienda ad annunciare i piani per l’estrazione di un asteroide è stata infatti la Planetary Resources, Inc. nella primavera del 2012 e il gruppo è supportato da investitori del calibro di Larry Page, Eric Schmidt e Ram Shriram, vertici di Google, e del regista James Cameron mentre la DSI è ancora alla ricerca di finanziamenti.

Mentre questi potenziali imprenditori spaziali sono fiduciosi di poter presto attingere alle risorse extraterrestri, rimangono ancora aperte alcune questioni legali.

Lo United Nations Space Treaty del 1967 vieta espressamente la proprietà di corpi celesti da parte dei governi della Terra, ma le amministrazioni americane hanno a lungo sostenuto che lo stesso non può valere per le imprese private e per i potenziali diritti di estrazione.

Un tribunale americano ha stabilito che un individuo non può essere proprietario di un asteroide, come nel caso di Gregory Nemitz, che rivendicò la proprietà di 433 Eros poco prima che una navicella spaziale della NASA vi atterrasse nel 2001.

Ma la questione dei diritti di estrazione non è mai stata testata sul campo, sebbene ci siano alcuni precedenti, rocce lunari riportate sulla Terra durante il programma Apollo sono considerate di proprietà degli Stati Uniti d’America, mentre l’agenzia spaziale russa ha venduto alcuni campioni di Luna.

Nonostante la possibilità di futuri intoppi giuridici, Gump ha raccontato che il suo gruppo ha recentemente incontrato i più alti funzionari della NASA per discutere questioni riguardanti la tecnologia e il capitale da investire.

L’incontro è stato proficuo, spiega Gump, “C’è una grande fame di missioni spaziali da realizzare con mezzi più piccoli e con costi minori rispetto agli attuali CubeSat, e l’idea è proprio quella di coinvolgere il settore privato”.

Tutte le persone impegnate in questi progetti riconoscono i grandi ostacoli e i rischi da superare, ma ne intravedono l’altrettanto vasto potenziale, sia finanziario che sociale, “Crediamo che questi sforzi, nel corso dei decenni, contribuiranno all’espansione della civiltà nel cosmo, cambiando così il significato stesso dell’espressione cittadini di questo pianeta”, ha concluso Tumlinson.

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